Festa civile e diocesana dei lavoratori
09:30: Festa diocesana dei chierichetti
10:30: S. Messa per la festa diocesana del lavoro
09:00: Incontro dei Vicari Foranei
20:30: Il lavoro, un'alleanza sociale generatrice di speranza
20:45: Preghiera del rosario per le vocazioni
19:00: S. Messa nella giornata di preghiera per le vocazioni di speciale consacrazione
18:00: Festival Biblico: «Nei giorni fiorisca il giusto» (Sal 72,7)
19:30: Incontro dei membri del Consiglio Pastorale Diocesano
20:30: Scuola di preghiera per giovani
21:00: Festival Biblico: «Voglio svegliare l’Aurora» (Sal 108,3)
09:30: Festival Biblico: «Le montagne innalzino pace al tuo popolo»
15:00: Festival Biblico: "Avere (ancora) fiducia"
16:30: Festival Biblico: «Ha creato i cieli con sapienza» (Sal 136,5)
18:00: Festival Biblico: "Disarmare la comunicazione"
21:00: Festival Biblico: "Ascolta, Signore, la mia voce"
AC: Festa diocesana degli incontri
62ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
07:30: Festival Biblico: «Dal tuo orizzonte lontanissimo mi scavi» (Sal 139)
10:00: Festival Biblico: «Fa’ che io sappia quanto sono fragile» (Sal 39, 3-5)
14:30: S. Messa nella festa dell'ACR
15:00: Festival Biblico: "Il desiderio come fattore umano"
16:30: Festival Biblico: «Dal grembo di mia madre» (Sal 22,11)
18:00: Festival Biblico: "Nel silenzio, riflettete nei vostri cuori (Sal 4, 5)"
21:00: Festival Biblico: "Caraluce. Riscoprire la gratitudine e la meraviglia"
Lettera del vescovo Corrado Pizziolo a tutti i fedeli della diocesi di Vittorio Veneto,
in occasione della solennità di san Giuseppe
In occasione della solennità di San Giuseppe, il vescovo Pizziolo invita tutti i fedeli della diocesi di Vittorio Veneto a proteggersi dal virus, assumendo un comportamento responsabile, ed a vivere con fede questo tempo difficile, affidandosi in modo particolare – come suggerito dalla CEI – proprio a San Giuseppe la sera del 19 marzo.
Carissimi fratelli e sorelle tutti,
proprio in questi giorni, nella preghiera mattutina delle Lodi, la Liturgia ci fa pregare con parole che esprimono in modo straordinario i sentimenti che stiamo attualmente vivendo: “I miei occhi grondano lacrime notte e giorno, senza cessare, perché da grande calamità è stata colpita la figlia del mio popolo, da una ferita mortale… Anche il profeta e il sacerdote si aggirano per il paese e non sanno che cosa fare… Ma per il tuo nome, Signore, non abbandonarci… Ricordati! Non rompere la tua alleanza con noi”.
Sono le parole del Cantico di Geremia e descrivono molto bene la situazione di smarrimento in cui tutti (compresi noi pastori) ci troviamo. Esse aggiungono però l’accorata e fiduciosa invocazione al Signore affinché non ci abbandoni: con queste parole possiamo alimentare la nostra preghiera. Nessuna meraviglia se tutti proviamo paura e preoccupazione. Le notizie che riceviamo giorno per giorno delineano per il nostro territorio un quadro difficile e in continua evoluzione riguardo alla diffusione del virus Covid-19, che si sta propagando tra la nostra gente: queste sono ore decisive per contrastarlo.
Direi, per prima cosa, che tutti siamo chiamati a collaborare attraverso un comportamento responsabile, che si traduce anche nella scelta di rimanere nelle nostre case: questo è il nostro primo contributo come cittadini.
In secondo luogo, aggiungo che - se anche in questo momento non riusciamo ancora a vedere l’uscita dal tunnel - non dobbiamo perdere né la fiducia né la speranza. Certamente nelle risorse della scienza e della medicina, ma - più profondamente - fiducia e speranza in quella Provvidenza paterna e fedele di Dio, affidandosi alla quale i nostri padri e i nostri nonni hanno affrontato e superato prove sicuramente non inferiori a questa, anzi! “Noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio” ci ricorda san Paolo (Rm 8,28). Questa fede sostiene “una speranza che non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5).
Suggerisco, in terzo luogo, di mantenere, nella misura del possibile - attraverso i mezzi di comunicazione che la tecnica mette a nostra disposizione - il contatto con la comunità parrocchiale e diocesana. Tante nostre comunità cristiane, guidate dai nostri sacerdoti, e anche gli organi diocesani di comunicazione stanno rispondendo bene a questa situazione, cercando di mantenere i legami tra le persone, di proporre forme comuni (sia pure a distanza) di preghiera e meditazione sulla Parola, di garantire in qualche modo i cammini catechetici e formativi, di non trascurare l’attenzione caritativa.
Certamente non è possibile - purtroppo - partecipare fisicamente alle celebrazioni liturgiche. Tuttavia il vescovo e i presbiteri portano nella celebrazione eucaristica quotidiana - che non è mai fatto privato - il Popolo di Dio affidato alle loro cure, che a sua volta si riconosce coinvolto in questa intercessione e ad essa è unito: nessuno deve, perciò, sentirsi solo e abbandonato.
In quarto luogo invito a far sì che le nostre case diventino luogo di maggiore preghiera, di più intensa vita cristiana, di carità vissuta nel Signore Gesù. Siamo chiamati - in questo tempo - a rivolgere a Dio una preghiera particolarmente intensa, unita a qualche atto penitenziale, espressione anche di questo tempo quaresimale, secondo quanto è nelle possibilità e suggerisce la fede di ciascuno. Suggerisco di leggere, magari insieme, il Vangelo del giorno e di pregare certamente con il santo Rosario, ma anche con la Liturgia delle Ore, che è la preghiera della Chiesa. La nostra preghiera sia per i malati, i defunti, i familiari, i medici, gli operatori sanitari, i volontari, le autorità pubbliche: una preghiera forte, soprattutto per chi è maggiormente in difficoltà. Ci potrà aiutare in questa corale preghiera la voce delle nostre campane, che ho chiesto ai parroci di far suonare regolarmente al mattino, a mezzogiorno e alla sera: “La voce delle campane esprime in certo qual modo i sentimenti del popolo di Dio quando esulta e quando piange, quando rende grazie o eleva suppliche” (dal Benedizionale).
Invito, infine, tutti a partecipare alla preghiera comunitaria indetta dalla Conferenza Episcopale Italiana in occasione della Solennità di San Giuseppe, che si potrà seguire in diretta su TV 2000, alle 21. San Giuseppe è venerato come patrono della Chiesa universale: invochiamolo con grande fede ed egli sarà sicuramente intercessore di grazia per tutti noi.
Chiudo questo mio messaggio assicurandovi che ogni giorno - anzi più volte al giorno - mi ricordo davanti al Signore di tutti voi. Ricordatevi anche voi, nella vostra preghiera, del vescovo e dei vostri sacerdoti perché possiamo testimoniare in mezzo a voi, con coraggio e fedeltà generosa, la misericordia e la fedeltà del Signore. Vi saluto e vi benedico.
+ Corrado, vescovo