I patroni
 

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Il culto a San Tiziano


Traslazione di S. Tiziano (affresco in cattedrale) S. Tiziano Vescovo, la traslazione, di P. Casarini (1944), affresco della cupola della Cattedrale di Vittorio Veneto.

Per tenerne viva la memoria e perché non avesse a diminuire il primitivo fervore, i cenedesi sotto la guida dei loro Vescovi, hanno sempre trovato modo e maniera di conservare e attivare la devozione al loro Patrono. Abbiamo dei Vescovi, che si firmavano "Vescovi e rettori della chiesa di San Tiziano"; al tempo della Contea vescovile i feudatari giuravano la loro fedeltà a "santa Maria e a san Tiziano"; la diocesi di Ceneda veniva chiamata pure "diocesi di San Tiziano".

Ma il culto e la devozione di san Tiziano oltrepassò i confini del Cenedese. Così Giorgio Graziani nella sua "Vera descrizione della città di Ceneda", parlando del "molto prode cavaliere Nestore Lioni molto elemosinario e cattolicissimo" ci racconta che verso la metà del secolo XV dalla Francia, venne ad abitare con la sua famiglia a Ceneda "attratto dalla devozione e dai miracoli che allora dappertutto risuonavano del glorioso Corpo di san Tiziano". È quel Nestore Lioni che introdusse il culto di san Rocco e che costruì sulle rovine della Rocca di S. Eliseo il primo oratorio in suo onore. Questo, se volete, è un caso particolare. Ma il Maschietto nella vita di san Tiziano da lui pubblicata nel 1932, elenca varie località fuori diocesi dove san Tiziano è onorato. Cito semplicemente Pieve di Cadore, nella chiesa arcipretale, nella terza cappella a sinistra, si può ammirare una piccola pala molto bella e per noi cenedesi molto significativa. E un lavoro del famoso pittore Tiziano Vecellio, dipinto nel 1560 a 83 anni di età e donato alla sua chiesa parrocchiale, non soltanto quale manifestazione della sua fede, ma anche quale devoto, riconoscente omaggio al santo del quale portava il nome. Lo raffigurò in ginocchio, dalla parte sinistra della Madonna che reca in braccio Gesù Bambino; ha le mani giunte ornate da due preziosi anelli; è di aspetto giovanile, vestito di un ricco piviale e, dietro al santo, l'autoritratto del Tiziano, in atto di reggergli il pastorale: "Tiziano che porta il pastorale a san Tiziano", commenta il Maschietto.

Segni di devozione in diocesi

Oltre che a Ceneda e a Oderzo, in diocesi sono parecchi i luoghi, chiese e oratori, dove san Tiziano è particolarmente venerato. Qualche citazione: san Tiziano è titolare della chiesa arcipretale di Francenigo, raffigurato sull'altar maggiore in una pala di Pomponio Amalteo; è pure titolare della chiesa parrocchiale di Farrò di Follina, dove l'autore, il Frigimelica, lo ha ritratto con san Carlo Borromeo, il quale nel 1560 fu abate commendatario dell'abbazia di Follina; a Fratta di Sacile, sempre sull'altar maggiore, è ritratto con san Rocco in una gloria di Angeli; nella parrocchia di Anzano, Francesco da Milano lo ha ricordato anche lui assieme ad altri santi.

Ma, (chissà perché!) i ricordi più numerosi del culto di san Tiziano si trovano nelle parrocchie ed oratori della forania Zumellese, in territorio di Belluno. A mio avviso, il migliore fra tutti è quello che si conserva nella chiesa parrocchiale di Lentiai. Nel polittico dell'altare maggiore, il primo a sinistra è san Tiziano, una figura giovanile, slanciata, in piedi, maestosa nella sua dignità episcopale, ricoperta di un piviale istoriato. La critica moderna attribuisce anche questa al pennello di Tiziano Vecellio. Resta il fatto però che delle sembianze fisiche di san Tiziano nulla dalla tradizione c'è stato tramandato, per cui ogni artista nella sua raffigurazione merita tutto il nostro rispetto.

La devozione portata "nella valigia"

C'è ancora un punto da far presente: il culto di san Tiziano tenuto vivo dai cenedesi nei luoghi più svariati della loro forzata emigrazione. Partendo, assieme alle cose più necessarie per una prima sistemazione, nelle loro povere valigie essi hanno racchiuso le tradizioni religiose dei loro paesi.

I primi partirono verso il Centro Europa e poi altri al di là dell'oceano verso l'America "Terra di sogni e di chimere". I nostri primi emigranti in Brasile arrivarono il 28 luglio 1877, dove con il tempo fondarono l'attuale città di Sao Caetano do Sul. Per evidenziare l'origine tutta "Vittoriese" di questa città, il 10 maggio 1984 è stato siglato con Vittorio Veneto un gemellaggio. In quella comunità il culto di san Tiziano è stato conservato dai pionieri ai loro discendenti e, ultimamente, a loro richiesta, sono state spedite delle immaginette sacre e la riproduzione, in fotocopia perché da tempo esaurita, della vita del nostro Patrono, scritta dal Maschietto.

mons. Basilio Sartori

Invocazioni a San Tiziano

O glorioso San Tiziano, nostro patrono,
ottieni alla nostra Chiesa di credere alla possibilità della santità
e donaci la letizia ed il coraggio di vivere
le beatitudini del Vangelo nella vita di ogni giorno.

Gloria al Padre...

O glorioso San Tiziano, pastore buono e forte,
ti preghiamo per i sacerdoti della nostra Chiesa,
perché, insieme con il vescovo, tuo successore,
diano testimonianza di vera comunione e con il loro sevizio pastorale
edifichino la comunità ecclesiale nella gioia dell'unità.

Gloria al Padre...

O glorioso San Tiziano, uomo di comunione e di pace,
ti preghiamo per la pace nel mondo:
una pace che sia frutto dell'intima unione di Dio con gli uomini nell'amore,
e degli uomini tra loro nella fraternità e nella concordia.

Gloria al Padre...


 
 
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