18:30: S. Messa per il 125° di fondazione delle suore Serve di Maria Riparatrici
11:00: Il Vescovo incontra i ragazzi al camposcuola ACR e celebra la S. Messa
Il vescovo Riccardo incontra i presbiteri della forania La Vallata
Il vescovo Riccardo incontra i presbiteri della forania Conegliano
Il Vescovo incontra i partecipanti ai camposcuola AC
Martedì 24 marzo, alle 20.30 nella chiesa-santuario di Santa Lucia di Piave, il vescovo Corrado presiede la Veglia diocesana dei missionari martiri. "...in catene per Cristo, liberi di amare" è il tema della Veglia, che riprenderà il testo predisposto dalle Pontificie Opere Missionarie. La celebrazione dedica uno spazio particolare ai sacerdoti, nati nella nostra terra, che fin da giovani sono partiti per la Palestina e lì hanno completato e approfondito la loro formazione e la conoscenza della lingua araba, per far parte, a pieno servizio, del clero "autoctono" del Patriarcato Latino di Gerusalemme, della diocesi di Terra Santa. Un vero "donum fidei", precursore dell'Enciclica di Pio XII dell'aprile del 1957. La presenza di sacerdoti italiani è dovuta, prima della seconda guerra mondiale, a piemontesi e veneti e, all'inizio degli anni sessanta, da giovani che hanno frequentato la scuola media all'Istituto missionario San Pio X di Oderzo.
Dalla nostra diocesi negli anni trenta partirono: Luigi Dal Col, Antonio Buso, Silvio Bresolin, Mario Furlan, Antonio Pin, Luigi Favero, Sante Visentin. Una seconda ondata si ebbe all'inizio degli anni Sessanta. Nell'agosto del 1960 partirono: Giacinto Marcuzzo, ora vescovo di Nazareth e ausiliare del Patriarca di Gerusalemme per Israele, Aldo Tolotto, ora direttore della Domus Sanctae Marthae in Vaticano e Giacinto Feletto (rientrato in Italia al termine del liceo e che non ha proseguito gli studi clericali). Altri tre partirono nel dicembre del 1962: Pierino Felet (ora superiore dei padri di Betharram a Betlemme e segretario generale dell'Assemblea dei vescovi cattolici in Terra Santa), Ilario Antoniazzi (ora parroco di Rameh, in Galilea) e Renzo Piccolo (rientrato anche lui in Italia al termine del liceo e che non ha proseguito gli studi clericali).