Esperienza di fraternità e dialogo islamo-cristiana
18:30: Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano
Giornata mondiale e nazionale per la cura e la custodia del creato
18:30: S. Messa con gli insegnati di religione
20:30: Veglia per la cura del creato "Seminare la speranza"
09:30: Il Vescovo incontra i parroci della Diocesi
Pellegrinaggio delle corali per il Giubileo
14:30: Custodire il creato. Passeggiata naturalistica nel Tempo del Creato
Prima lettura in cingalese, salmo in cinese, seconda lettura in francese, Vangelo letto in inglese e cantato in ucraino...
E ancora, si pregherà in albanese, in swahili, in portoghese, in spagnolo, in ghanese in polacco e pure in italiano. Dodici lingue diverse.
È la scaletta per "Insieme per crescere in comunione", la messa per gli immigrati cattolici prevista per domenica 11 alle 15.30 in Cattedrale. Dietro l'altare sarà il vescovo Corrado, che avrà quindi la sua prima occasione ufficiale di incontro con le comunità straniere. Alle 15 è fissato il ritrovo in piazza della Cattedrale; alle 17, al termine della messa, un momento di festa, forse nella stessa piazza; in ogni caso, indiscussa protagonista sarà senz'altro la musica. Del resto, anche durante la messa s'alterneranno cori e canti di diverse parti del mondo.
Ad organizzare l'evento è l'ufficio diocesano Migrantes con la Caritas diocesana. Al responsabile di entrambe, monsignor Ferruccio Sant, chiediamo un quadro della situazione di quella che il vescovo Zenti definì "la tredicesima forania".
È cambiato il numero di immigrati cattolici che partecipa alle celebrazioni?
«Nelle varie comunità ora sono emerse delle figure di animatori e, grazie a questo, la presenza della gente alle messe è più costante. E più organizzata: gli albanesi, ad esempio, stanno programmando un loro pellegrinaggio al santuario di Monte Grisa, vicino a Trieste».
Si sono aggiunte nuove comunità?
«Abbiamo introdotto una celebrazione mensile per i cristiani dello Sri Lanka, e la messa per i ghanesi ora è tutte le domeniche a Ponte della Priula».
Avete ricevuto altre richieste?
«Stiamo pensando di organizzare una messa anche per la comunità cattolica del Camerun. L'importante è che tutte le iniziat ive degli immigrati cattolici si inseriscano nella pastorale diocesana coordinata dall'ufficio Migrantes, e che non ci siano invece "battitori liberi"».
Resta ancora vivo il problema di una mancanza di luoghi di ritrovo dopo la messa per gli immigrati cattolici?
«Sì, decisamente. Solo gli immigrati di lingua spagnola, che si ritrovano alla Consolata, non hanno problemi».
(da L'Azione, n. 20 del 04/05/2008)