Pellegrinaggio/Gita nelle Puglie organizzato dall'Apostolato della Preghiera
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09:00: Riunione del Consiglio Presbiterale
20:30: Corso biblico promosso dal Centro Culturale Humanitas
20:30: Inizio della Scuola di formazione Sociale
Incontro della Consulta delle Aggregazioni Laicali
20:30: Veglia Missionaria Diocesana
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20:30: Primo incontro dell'itinerario in preparazione al matrimonio dai Padri Dehoniani
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pubblicato giovedì 19 febbraio 2015
Nel mese di ottobre 2014 è iniziato un percorso di accompagnamento di sette Equipe di Unità Pastorale. Di che cosa si tratta? Dato che il progetto pastorale delle Unità Pastorali interessa tutta la diocesi, in questo articolo intendo informare i lettori, in particolare gli operatori pastorali, su questa iniziativa diocesana, raccontando come è nata e come si sta sviluppando.
Come è nata l’idea. Nell’anno pastorale 2013-2014, la diocesi dedicò particolare attenzione al tema delle Unità Pastorali. Essa volle impegnare in un verifica le Equipe delle 34 Unità Pastorali, attraverso due questionari, maturati da un prolungato lavoro di riflessione del Consiglio pastorale diocesano e del Consiglio Presbiterale. L’esito di questa comune riflessione è confluito nell’Assemblea diocesana tenutasi a Vittorio Veneto il 21 giugno 2014, dove sono stati ripresi soprattutto tre argomenti: la vera identità dell’Unità Pastorale, il ruolo della Equipe, la formazione. In modo particolare, si è sottolineato il compito nevralgico e indispensabile dell’equipe, che è di progettare, programmare e verificare l’azione pastorale nell’UP, puntando ad arrivare, sia pur gradualmente, ad un progetto pastorale condiviso tra tutte le parrocchie dell’UP. Si è detto che l’Equipe deve avere come primi interlocutori i CPP così da coinvolgerli in tutto il processo di elaborazione del progetto. Il compito dell’Equipe si presenta abbastanza arduo, perché ne abbiamo scarsa esperienza e intravediamo alcune inevitabili fatiche soprattutto nel dover mettere a confronto e in dialogo esperienze, idee e sensibilità personali e pastorali diverse. Proprio per questo, è necessario che la diocesi si impegni in un adeguato accompagnamento delle Equipe. Esso sia fatto non solo attraverso l’offerta di strumenti di lavoro ma anche di persone che accompagnino il cammino, fatto insieme da tutti i membri della Equipe: laici, religiosi e preti. Il percorso di accompagnamento ha lo scopo di rafforzare le motivazioni spirituali del proprio impegno, di approfondire e condividere la visione di chiesa e di pastorale ispirate dal Concilio Vaticano II e riproposte con insistenza da papa Francesco, e di mettere in atto una adeguata metodologia per la crescita della corresponsabilità per la missione.
L’esperienza pratica dell’accompagnamento. Il vescovo ha deciso di dare attuazione a questa richiesta. Un gruppo di lavoro, riunitosi tre volte durante l’estate, ha elaborato un progetto. Da ottobre a giugno, con incontro mensile, sette Equipe sono impegnate in un percorso di accompagnamento. Sono le equipe delle UP di: Sacile centro, Canevese, Liventina, Motta, Chiarano, Monticella e S. Polo-Vazzola. Ad accompagnarle sono il vicario per la pastorale insieme a due preti e tre laici. Il cammino vede il coinvolgimento, oltre agli incaricati diocesani, di 118 persone, di cui 27 preti, 89 laici e 2 religiose. Nella prima parte del percorso, da poco concluso, abbiamo fatto memoria del Convegno diocesano del 2010-2011, ci siamo confrontati col progetto diocesano delle Unità Pastorali e abbiamo esaminato otto obiettivi dell’azione pastorale secondo il documento della CEI, Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Ora, nel percorso che ci resta da compiere, vogliamo arrivare a scegliere alcune priorità e a darci un progetto pastorale, essenziale e semplice, coinvolgendo in questo anche i Consigli pastorali delle parrocchie.
Un primo frutto di questo cammino, che vede perseveranti negli incontri mensili tutti i membri delle equipe, è l’ascolto attento di ciascuno, una più profonda conoscenza e stima reciproca, la condivisione della lettura della situazione e l’approfondimento delle motivazione che devono guidare l’azione pastorale. L’iniziativa fa ben sperare.
mons. Martino Zagonel