Le origini di San Polo si confondono con quelle dell'antichissima "Opitergium". Nel Medioevo, dal secolo X, se ne impossessarono gli Imperatori di Germania e per questo il luogo era detto "Corte di San Paolo". In seguito, fino alla metà del secolo XV, fu sotto il dominio dei Patriarchi di Aquileia i quali erano rappresentati da un Gastaldo. Nel 1445 San Polo venne ceduto per trattato alla Repubblica di Venezia, nel 1452 passò in feudo al Conte Cristoforo da Tolentino, al quale successe il figlio Lancillotto. Nel 1506 Angelo Gabriel, patrizio veneziano, fu nominato conte di San Polo ed i suoi discendenti conservarono l'amministrazione feudale fino al 1805 anno in cui fu soppressa. L'antico castello eretto nel secolo XII è stato praticamente demolito nel 1680, non rimase di esso altro che una torre intorno al quale si costruì un grande palazzo quale residenza del Signore feudatario (oggi, dopo radicali modifiche, ha forma di castello gotico). San Polo è chiesa pievana ma non matrice. La cura d'anime risale al secolo VIII come risulta dal "Placito di Liutprando", re dei Longobardi, del 6 giugno 743. Allora il Patriarca d'Aquileia si riservò nel territorio della Diocesi di Ceneda "...quatuor plebes in itinere suo positas propter viam vel viaticum...). Le quattro pievi non nominate erano: San Cassiano del Meschio, San Fior di Sopra, San Polo e San Remedio (che non esiste più). La Pieve di San Polo con le altre rimase soggetta al Patriarcato d'Aquileia fino alla sua soppressione decretata dal Papa Benedetto XIV il 6 luglio 1751, e poi all'Arcidiocesi di Udine eretta il 19 gennaio 1743. Il 1 maggio 1818 il Papa Pio VII con la Bolla "De salute Dominici gregis" la aggregò stabilmente, con le altre pievi e le loro filiali, alla Diocesi di Ceneda. Quando dipendeva da Aquileia, si chiamava San Polo del Patriarca. La prima chiesa di cui si abbia memoria, esisteva nel XIII secolo, fu ampliata a partire dal 1650 e consacrata da Mons. Daniel Delfino Vescovo di Filadelfia, coadiutore del Patriarca Giovanni Delfino ed Eletto d'Aquileia, il 19 settembre 1686. Era ad una sola navata, ma nel 1912 furono aggiunte le altre due laterali. Nel novembre 1917, dopo la disfatta di Caporetto, la chiesa, come del resto tutto il paese, venne derubata, devastata e quasi demolita. I danni, tenuto conto anche dalla perdita delle opere d'arte e dei documenti d'archivio, furono incalcolabili. Nel 1922 è stata praticamente ricostruita e nel 1923 venne ricostruito anche il campanile su disegno dell'arch. Vincenzo Rinaldo di Venezia, che nel 1908 aveva eretto quello precedente. La chiesa, assieme al campanile, fu solennemente inaugurata il 18 ottobre 1925.