Convegno ecclesiale
 

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Testimoniamo e annunciamo l'amore di Dio per l'uomo



Le prime impressioni raccolte tra gli oltre seicento partecipanti

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pubblicato luned́ 27 giugno 2011



Sono positive le impressioni raccolte al termine dell'assemblea diocesana di venerdì scorso.

«Ho particolarmente apprezzato il triplice atteggiamento con cui siamo invitati a vivere questo convegno - afferma Ferruccio Camerin, vicepresidente adulti di AC, di Colle Umberto -: atteggiamenti di fede in Dio che ama il mondo, di passione e amore per gli uomini e le donne di questo nostro tempo, di stima e amicizia tra di noi. Sono gli stessi atteggiamenti che promuoviamo all'interno dell'Azione Cattolica. Esprimo la speranza che grazie al convegno la nostra testimonianza diventi più gioiosa e tale gioia si trasmetta a tutti coloro che vivono vicino a noi».

Sara Sech di Barbisano, pur essendo ancora giovane, ha già partecipato al secondo e al terzo convegno diocesani: «Sono venuta questa sera in Cattedrale per simpatia per la mia Chiesa. Mi pare che si è deciso di affrontare in modo positivo il momento di crisi che stiamo vivendo, puntando a un ritorno alle radici e all'impegno di testimonianza personale della fede. All'inizio l'assemblea, in cui purtroppo c'erano pochi giovani, mi è parsa un po' tiepida, poi la partecipazione si è fatta più convinta, fino alla calda preghiera corale del Padre Nostro. A "riscaldarci" sono stati il taglio scelto per il convegno e le parole del Vescovo. Ora dobbiamo andare avanti senza paura».

«Vedo una Chiesa che vuole camminare lungo la strada indicata dal Concilio Vaticano II - sottolinea Angelo Lunardi, diacono, di Mareno di Piave -. Una Chiesa meno statica, che non sia solo di pastori ma anche di pescatori, e come Filippo vada da chi è più lontano. Ho un piccolo sogno, una Chiesa fatta di tante piccole vivaci comunità unite da una stessa grande visione. È importante recuperare il senso del nostro battesimo quale sacramento che ci rende corresponsabili e portatori della gioia cristiana».

«Condivido a pieno la scelta della nostra Chiesa di volersi incarnare, quindi di vivere il presente, senza più nostalgie per il passato o fughe in avanti, come ha affermato il Vescovo - è l'opinione di don Silvano Zanin parroco di Sernaglia -. Dobbiamo imparare a stare dentro a questo mondo e a starci bene».

Federico Citron

 

 

(da L'Azione, n. 28 del 26/6/2011)






 
 
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