Archivio notizie della Diocesi - Morire di speranza: preghiera per i profughi morti in mare
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Morire di speranza: preghiera per i profughi morti in mare


(notizia del 09/07/2014, ormai in archivio)

Venerdì 11 luglio, alle ore 20.30, nella chiesa di San Vito a Treviso, la veglia promossa da Sant'Egidio, Caritas e molte altre realtà

Il tema dei profughi è un tema complesso e delicato da affrontare ma è un tema che non deve essere trascurato e dimenticato perché nel mondo, più che mai, il numero delle persone costrette ad abbandonare la propria casa è in forte aumento. L’ultimo rapporto parla della cifra record raggiunta nel 2013 di 51 milioni di persone, in aumento di 6 milioni rispetto all’anno precedente a causa soprattutto delle guerre e di queste, è bene notare, solo il 14 per cento dei profughi si sposta verso i paesi ricchi del mondo.

E nonostante il contributo positivo nel salvare vite umane ancora tante, troppe persone continuano a “morire di speranza” nei viaggi verso l’Europa.

Anche quest’anno la Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la Caritas Tarvisina, la Caritas di Vittorio Veneto e altre associazioni e realtà locali sensibili al tema - come la cooperativa Servire, la cooperativa Alternativa, Acli Treviso e Ods - vogliono ricordare nella città di Treviso le migliaia di persone immigrate, morte dopo aver lasciato il proprio paese alla ricerca di un futuro migliore.

Sono persone che cercano disperatamente di raggiungere un altro paese perché fuggono dalle persecuzioni, dalle violazioni dei diritti umani, dalla guerra civile o semplicemente perché sono in cerca di migliori opportunità economiche per sostenere le loro famiglie.

Si fa spesso a gara per contare quanti ne sbarcano, pronti a gridare all’invasione, ma nessuno sa quanti sono quelli che non sono arrivati. Muoiono giorno dopo giorno e i loro corpi finiscono nell’oblio delle coscienze, seppelliti in fondo al cimitero del Mediterraneo.

Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa 20.000 persone, ma il dato reale potrebbe essere molto più grande. Nessuno sa quanti siano i naufragi di cui non abbiamo mai avuto notizia. Lo sanno soltanto le famiglie dei dispersi, che dal Marocco allo Sri Lanka, si chiedono da anni che fine abbiano fatto i loro figli partiti per l’Europa e mai più tornati.

A Treviso la veglia, che sarà presieduta dal direttore della Caritas tarvisina don Davide Schiavon, si terra venerdì 11 luglio, alle ore 20.30 nella chiesa di San Vito (in piazza San Vito).

Durante la veglia verranno letti i nomi delle persone “morte di speranza”, quelle a cui è stato possibile restituire una identità.





 
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