17:30: Incontro della Commissione diocesana per la Tutela dei Minori
20:30: Primo incontro di formazione per i gruppi corali
20:30: Veglia diocesana dei catechisti
14:30: Convegno "Archi di tradizioni epocali"
21:00: Il Canto della Croce
Assemblea nazionale sinodale e Giubileo delle equipe sinodali
09:30: Visita meditata alla mostra "Rigenerati nella speranza"
20:30: Primo incontro dell'itinerario in preparazione al matrimonio dai Padri Dehoniani
15:00: Primo incontro dell'itinerario in preparazione al matrimonio proposto dall'AC
Si sblocca il processo di beatificazione dell’ex vescovo di Verona e di Vittorio Veneto Giuseppe Carraro (Mira 1899 (provincia di Venezia ma diocesi di Treviso) - Verona 1980). Papa Francesco ha infatti autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi promulgare il decreto riguardanti le virtù eroiche di mons. Carraro.
Di famiglia povera, Carraro si laureò in Scienze naturali. Venne ordinato sacerdote a 23 anni e vescovo ausiliare di Treviso a 53. Ricevette l’ordinazione episcopale per l’imposizione delle mani del vescovo Antonio Mantiero. Il 9 aprile 1956 venne nominato vescovo di Vittorio Veneto ma poco dopo, nel dicembre del 1958, venne trasferito a Verona. Giunse nella città scaligera nei primi mesi del pontificato di Giovanni XXIII. Il suo ingresso in città precedette di pochi giorni l’annuncio del Concilio Vaticano II al quale prese parte e la cui eredità curò poi, non senza tensioni, nella città di Verona. Si dimise nel 1978 per raggiunti limiti di età e morì due anni più tardi.
“Offro la mia povera vita – scriveva – con tutto ciò che il Signore mi riserverà di soffrire, agire, servire e pregare, particolarmente per la santificazione dei sacerdoti: perché non deviino, non si scoraggino e non si smarriscano, non tradiscano i santi vincoli che li legano a Cristo, alla Chiesa e al popolo cristiano”. Ai cristiani di Verona diceva: “Dio non vi ha chiamato a una vita borghese, mediocre, di compromesso. Vi ha chiamato ad una vita fervente, animata di carità, di fede salda, coerente, operosa”.
Mobilitò la diocesi per un’azione generosa di solidarietà in occasione del disastro del Vajont, delle alluvioni di Firenze e dei terremoti del Belice, del Friuli e dell’Irpinia.