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pubblicato lunedì 27 giugno 2011
Il laicato "nella Chiesa italiana c'è ed è vitale, anche se, in alcune diocesi, viene lamentata una diminuzione numerica e un'inadeguatezza a esprimere al meglio la propria identità". Piuttosto "ciò che preoccupa, e non poco, è la situazione di afasia, o di mancanza di crescita oppure insoddisfazione di chi pur s'impegna, anche generosamente".
È quanto emerge dall'indagine sul "Laicato in parrocchia" condotta da don Giovanni Villata, responsabile del Centro studi e documentazione dell'arcidiocesi di Torino, tra 398 laici, 89 sacerdoti e 38 consacrati. La ricerca è stata presentata qualche giorno fa a Firenze nella prima giornata della 61ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale che ha per tema "Educarsi alla corresponsabilità. I battezzati nel mondo alla prova della vita quotidiana".
«Se questa situazione non evolve verso un recupero pieno, di fatto, dell'identità laicale nel contesto socio-culturale ed ecclesiale di oggi - ha avvertito Villata - è possibile pensare che, da sola, la generosità del laicato stesso non sia sufficiente a escluderne la deriva». Dai dati raccolti, ha spiegato, emerge «la presenza contemporanea, in parrocchia, di figure di laici (ma anche di ministri ordinati) tuttora ancorate al passato, accanto ad altre (laici singoli e aggregati nonché ministri ordinati) più proiettate verso la maturazione dell'identità conciliare». Ma «tutte queste figure, attive nella vita della parrocchia - ha annotato Villata -, non sempre sono valutate come meriterebbero: quali cooperatori e quindi partner a tutti gli effetti, non solo come esecutori o collaboratori occasionali».
In Italia, ricorda l'indagine, ci sono 23 mila parrocchie con 200 mila laici che vi operano, l'80% donne. «Nella pastorale della Chiesa italiana - ha proseguito - da un lato si stanno cercando vie nuove per l'evangelizzazione e, dall'altro, si registra il ritorno di modelli tradizionali segnati da autoreferenzialità e clericalismo», tendenze che emergono anche nel sondaggio, dal quale si riscontra in primo luogo che «l'identità secolare del laico è riconosciuta più in teoria che nella prassi».
Si constata poi «la crisi, in genere, degli organismi di partecipazione: nel campione - ha riferito il sacerdote - pochi riconoscono la validità e la funzionalità del consiglio pastorale parrocchiale; i più ne denunciano il limitato o mancato controllo». In positivo, nella parrocchia «si riscontra un buon clima relazionale tra aggregati, singoli e risorse pastorali».
(da L'Azione, n. 28 del 26/6/2011)