Ufficio Liturgico
 

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Il rispetto per lo spazio antistante la chiesa

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pubblicato marted́ 20 novembre 2007



Sabato e domenica scorsi si sono visti in tutta Italia, e quindi anche qui in Veneto, i "gazebo" di un partito politico; e, fin qui, nulla da eccepire, data la libertà di espressione fortunatamente prevista dalla nostra Costituzione italiana.

Ciò su cui, invece, c'è qualcosa da dire è stato l'allestimento di uno di questi chioschi proprio sul marciapiede a ridosso di una delle porte della Cattedrale di Vittorio Veneto. Ha colpito proprio la sua collocazione molto inopportuna: in simili circostanze si allestiscono punti per la raccolta di firme nelle piazze o in altri spazi pubblici. Vien da chiedere inevitabilmente: perché proprio lì? Perché non si è allestito il "gazebo" sul marciapiede del bar prospiciente, o davanti al giornalaio, o sulla piazza, oppure sotto la loggia della Piazza stessa? C'era così poco spazio in tutta la Piazza Giovanni Paolo I da dover essere costretti, a collocarsi proprio all'ingresso della Cattedrale e, guardacaso (!), proprio durante l'orario delle celebrazioni domenicali (compreso il sabato sera) e, ovviamente, togliendo tutto dopo l'ultima Messa del mattino quando ormai era terminato il flusso dei possibili "clienti"?

A questo punto nessuno può impedire la logica conclusione: c'è stata una evidente e sfacciata strumentalizzazione sia nei confronti della celebrazione più importante della Chiesa, l'Eucaristia domenicale, sia verso il luogo di preghiera del popolo di Dio, tanto più che si tratta, nella fattispecie, addirittura della Chiesa Cattedrale. Va inoltre detto a questo riguardo che questo modo di agire, così come si è verificato presso la Cattedrale, è possibile si sia ripetuto anche presso altre chiese della nostra o di altre diocesi italiane. Poiché, infine, questo fatto sta diventando un'abitudine da diversi anni a questa parte, credo sia importante ribadire ancora una volta alcune verità che dovrebbero essere chiare per ogni cristiano e motivo di rispetto da parte dei non credenti.

La chiesa-edificio, dal momento in cui è stata consacrata o benedetta dal vescovo diventa il luogo "in cui la comunità cristiana si riunisce per ascoltare la Parola di Dio, pregare insieme, ricevere i sacramenti e celebrare l'Eucaristia [...] È un edificio destinato in modo esclusivo e permanente a riunire i fedeli e a celebrare i divini misteri" (Pontificale Romano, Premesse al Rito per la dedicazione della Chiesa, nn. 27 e 28). Per antichissima tradizione anche il luogo immediatamente antistante la chiesa, chiamato tradizionalmente "sagrato", serve a preparare i fedeli alle celebrazioni liturgiche e a sostare fraternamente alla conclusione di esse. La porta di una chiesa, infine, viene benedetta con un rito apposito perché è simbolo di Cristo-porta, secondo quanto afferma Giovanni 10,7.

Pertanto questo Ufficio disapprova nel modo più assoluto questa mancanza di rispetto verso i luoghi di culto della Chiesa cattolica e anche ogni forma di strumentalizzazione politica di essi, da qualunque parte essa provenga. Questa è anche una mancanza di rispetto, va detto, soprattutto verso la comunità cristiana che in questi luoghi si riunisce e si identifica.

don Adriano Dall'Asta





 
 
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