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Riflessione del vescovo Corrado sui suicidi di operai e imprenditori

11/04/2013Riflessione del vescovo Corrado sui suicidi di operai e imprenditori

La crisi economica che stiamo vivendo porta con sé, purtroppo, anche dei drammi che si ripercuotono tragicamente sulla vita e sulla stessa sopravvivenza fisica delle persone che ne sono coinvolte. Assistiamo, da qualche tempo, ad uno stillicidio di suicidi sia di imprenditori sia di operai e pensionati che rattristano e angosciano non solo le famiglie interessate, ma anche tutti coloro che ne vengono a conoscenza.

Che cosa pensarne? Che luce ci suggerisce la nostra fede?

Il primo pensiero che mi sento di suggerire è quello di affidare al Signore la vita di queste persone che giungono a una scelta così drammatica e tragica. Noi non siamo autorizzati a giudicare la loro coscienza soggettiva, ma, in ogni caso, siamo chiamati ad affidare al Signore la loro anima. E pregare perché il Signore li accolga nella sua misericordia infinita.

Ma accanto a questo pensiero che ci viene dalla nostra fede, dalla nostra speranza e dalla nostra carità, dobbiamo anche renderci conto che queste scelte sono spesso il frutto di una situazione di drammatica solitudine in cui le persone vengono a trovarsi. Una situazione che appare loro senza uscita e che, per di più, coinvolge non solo la loro persona e la loro famiglia, ma anche altre persone e altre famiglie. Questo comporta un peso che si presenta come assolutamente non sopportabile.

Io credo che proprio questa solitudine sia il nemico da combattere. Anzitutto la solitudine va combattuta da chi viene a trovarsi in situazioni di difficoltà economica. La solitudine provoca infatti una specie di offuscamento interiore che porta all'impossibilità di rendersi conto delle opportunità che potrebbero esserci. Opportunità che magari non portano immediatamente alla soluzione economica della situazione, ma che certamente possono garantire relazioni e legami capaci di aprire prospettive nuove e - in ogni caso - costituiscono una difesa e una custodia della vita.

Ma la solitudine va combattuta anche da tutte quelle istituzioni implicate in queste drammatiche situazioni, come gli istituti di credito, le associazioni di categoria, i sindacati. Sono convinto che mettendosi insieme ed evitando di pensare ognuno per sé, sia possibile creare efficaci "reti di salvataggio".

Dobbiamo anche riconoscere che una delle cause di queste situazioni di disperazione possono essere le scelte politiche che non sempre mettono in primo piano le persone con i loro bisogni e i loro diritti e rischiano di perdere di vista il principale obiettivo del bene comune.

Infine penso, per quanto è possibile, anche alle comunità cristiane, che pur non avendo la possibilità di mettere in atto salvataggi economici, possono garantire - attraverso la rete di rapporti che hanno la possibilità di mettere in atto - un'offerta preziosa di relazione, di "affetti" e soprattutto di fiducia e di speranza. Tutto ciò può sicuramente rivelarsi un efficace baluardo, capace di difendere il dono inestimabile della vita di fronte alla tentazione della disperazione.

In questo senso incoraggio tutti, singoli e comunità, a dare il meglio di sé per reagire da cristiani - certamente confidando nella Provvidenza del Signore - a questa emergenza che sta affliggendo in modo particolare la nostra regione.

+ Corrado, vescovo


 



 
 
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