Coordinamento - Consigli e Unità Pastorali
 

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pubblicato martedì 9 novembre 2010



Secondo le indicazioni date dal Vescovo, ogni forania dovrà costituire il proprio consiglio pastorale e realizzarne il primo incontro entro la data del 15 novembre 2010. Una volta realizzato questo adempimento, la Diocesi è in grado di riunire il consiglio pastorale diocesano e completare così gli adempimenti statutari del rinnovamento degli organismi ecclesiali di partecipazione.

Può essere utile ricordare le finalità del consiglio pastorale foraniale. Lo statuto prevede soprattutto quattro finalità: assumere e concretizzare le scelte del Piano pastorale diocesano e gli orientamenti del consiglio pastorale diocesano; programmare iniziative per la formazione degli operatori della pastorale; coordinare le iniziative pastorali promosse in forania; esaminare i problemi del territorio che richiedono discernimento e risposte comuni da parte delle comunità parrocchiali.

Per adempiere bene queste finalità, il consiglio si doterà di una segreteria, presieduta dal vicario foraneo, dal rappresentante eletto al consiglio diocesano e da due altri membri. Ovviamente, compito della segreteria è predisporre l'ordine del giorno delle sedute, provvedere allo svolgimento ordinato dei lavori e redigere il verbale degli incontri. Lo statuto ricorda che il consiglio si incontrerà ordinariamente tre volte all'anno: all'inizio dell'anno pastorale per la programmazione, a metà anno per una puntualizzazione, e a fine anno per una verifica del lavoro svolto.

Qualcuno si è chiesto se questa indicazione non sia troppo minimalista. Cosa potrà fare un consiglio incontrandosi solo tre volte all'anno? La domanda merita una risposta. Non si deve dimenticare che il consiglio ha senso solo con la presenza e il lavoro attivo delle varie commissioni pastorali, della catechesi, liturgia, carità, famiglia, giovani... Sono le commissioni che svolgono il grosso del lavoro pastorale a livello foraniale. Esse hanno il compito di animare il proprio ambito pastorale: sostenendo gli operatori con appropriati percorsi di formazione, analizzando le sempre nuove problematiche inerenti al proprio settore, proponendo nuove e più adeguate iniziative. Può diventare normale che una commissione foraniale abbia una scadenza di incontro mensile. Solo così è possibile analizzare a fondo e rispondere in modo adeguato alle problematiche pastorali del settore. Ovviamente dovrà esserci una normale comunicazione tra commissioni e segreteria del consiglio foraniale. Come pure è indispensabile che ogni commissione tenga i rapporti con gli uffici diocesani di riferimento, sia per ricevere un aiuto nei percorsi formativi sia per comunicare il proprio vissuto e un aggiornamento dei problemi incontrati.

Sento spesso anche un'altra obiezione: non c'è forse troppa burocrazia nella proposta diocesana che prevede consiglio parrocchiale, équipe dell'unità pastorale, consiglio foraniale e consiglio diocesano? Una cosa diventa burocratica quando viene vissuta senza profonda motivazione pastorale e senza adeguata preparazione e chiara metodologia. Senza dubbio, per vivere bene questa proposta - che oggi sembra necessaria - occorre un rinnovato impegno e coinvolgimento di tutti gli interessati, preti, diaconi, religiosi e laici. Occorre fare di ogni momento e di ogni incontro occasione di vera e personale corresponsabilità pastorale. Ma forse, prima ancora, diventa necessario avere grande cura delle relazioni. È importante che i membri del consiglio e delle commissioni di lavoro si conoscano, si accolgano, crescano nella stima reciproca; riscoprano la bellezza dell'esperienza cristiana, dell'essere e del lavorare insieme perché Gesù sia conosciuto e amato. Di conseguenza, è fondamentale preparare, condurre, e prendere parte alle sedute del consiglio con cura, con gusto, direi con cordialità - sia pur nella inevitabile fatica - così che in tutti rimanga la nostalgia di un incontro buono e costruttivo e il desiderio del ritrovarsi ancora!

mons. Martino Zagonel







 
 
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