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Solidarietà con "5 pani e 2 pesci"

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pubblicato giovedì 10 maggio 2012



L'attenzione speciale della Diocesi vittoriese nei confronti di chi ha perso il lavoro diventa "ordinaria" e continuativa, con un richiamo esplicito al Vangelo, che fa comprendere bene come la solidarietà verso chi ha meno non sia un "accessorio" ma un distintivo dei credenti.

La scorsa settimana la Caritas diocesana ha presentato ufficialmente a Conegliano il progetto caritativo "5 pani e 2 pesci", proposto come prosecuzione ed evoluzione del "Fondo straordinario di solidarietà per chi perde il lavoro", nato nella primavera del 2009 per andare incontro a quanti perdevano il lavoro a causa della crisi economica.

La scelta di denominare il progetto richiamando al miracolo evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci è stata motivata dal vescovo Corrado, già nella preghiera che ha aperto l'incontro di presentazione. «Il miracolo di Gesù - ha spiegato il Vescovo - diventa fecondo anche oggi, nel senso e nella misura in cui porta anche noi a perpetuare quel che ha fatto Gesù Cristo. L'evangelista Marco ci suggerisce che l'eucaristia deve portare alla condivisione. Come Gesù, il discepolo è chiamato a commuoversi, a spezzare il pane per condividerlo con i fratelli nella logica dell'amore. Così i cristiani possono mettere in moto un processo fecondo verso una società più umana e più giusta».

Nando Checchin, in rappresentanza del Consiglio che ha gestito il Fondo straordinario, ha ricapitolato l'esperienza fatta, riproponendo i dati dei tre anni di attività: 600 richieste di cui 476 accolte; 588mila euro raccolti e 524mila erogati; Mottense, La Colonna e Conegliano le foranie con più richieste; la gran parte di stranieri tra i richiedenti, ma con circa il 27% di italiani. E Checchin riassumeva anche i punti di forza del progetto: la capillare azione dei volontari Caritas e dei Centri di ascolto Caritas, la tempestività della presa in carico, il confronto con i servizi sociali comunali, l'accompagnamento delle persone richiedenti, l'opera di sensibilizzazione territoriale, il costruttivo confronto con quanti si mettono a servizio del prossimo, la crescita di una mentalità di solidarietà.

Alla luce di questa esperienza è stato messo a punto nuovo progetto "5 pani e 2 pesci", che segna il passaggio dalla "straordinarietà" all'"ordinarietà", anche per dare risposta al crescente numero di famiglie che stanno pagando a caro prezzo la crisi, per una situazione economica che è peggiorata in questi anni.

Il direttore della Caritas don Ferruccio Sant ha spiegato le differenze del progetto "5 pani e 2 pesci" rispetto al precedente Fondo. E tra le varie novità spicca la proposta che negli interventi in aiuto alle persone in difficoltà venga prospettata una specie di "restituzione" tramite il sistema vaucer. I Centri di ascolto Caritas e chi valuterà le richieste dovrà proporre lavoretti o servizi concreti presso la parrocchia, qualche associazione, singole famiglie, anziani, eccetera, in modo che chi "riceve" l'aiuto si senta valorizzato, utile e rispettato.

«Certo si tratta di una goccia nel mare, di cifre palesemente esigue rispetto alle necessità che riscontriamo - ha ribadito il Vescovo -, ma è nella logica della condivisione di quanto è possibile dare: questo "poco" può diventare segnale fecondo che innesca meccanismi virtuosi». Facendo presente che l'impegno della solidarietà con chi ha meno non è una questione che riguarda solo il volontariato o la Caritas ma l'intera comunità e tutti i credenti.

 

Le caratteristiche del progetto

A chi è rivolto

I destinatari di "5 pani e 2 pesci" sono persone regolarmente residenti in Diocesi che si trovano in situazioni di grave difficoltà economica a causa della perdita di lavoro, di malattia, in presenza di emergenza abitativa o altro.

Dotazione

Il progetto riceve donazioni da singole persone, parrocchie, associazioni, imprese, enti sia privati che pubblici, dal fondo 8xmille e dalla Carità del Vescovo. Le somme possono essere versate direttamente alla Caritas diocesana.

Documentazione per la richiesta

Le domande vengono indirizzate ai Centri di ascolto delle Caritas. Un'apposita scheda raccoglierà la seguente documentazione: una relazione sull'effettivo stato di bisogno; i formulari rilasciati dall'Inps (periodi lavorativi), dal Comune (stato di famiglia), dai Servizi Sociali (stato di bisogno e interventi erogati) e possibilmente una richiesta anche dal parroco, la somma di denaro che si chiede di erogare, una proposta concreta e possibile di lavoro da far svolgere ai richiedenti.

Per la valutazione delle richieste, anziché una come per il Fondo straordinario, sono costituite due commissioni, coordinate dalla Caritas diocesana, che hanno il compito di sensibilizzare le istituzioni civili e valutare le domande: una per il Nord Diocesi con sede a Vittorio Veneto, e una per la Bassa Diocesi, con sede a Oderzo.

Modalità di erogazione

La Caritas diocesana stabilirà semestralmente una somma di denaro che sarà suddivisa fra le singole foranie in proporzione al numero di abitanti. L'erogazione, che non potrà superare i 500 euro, sarà fatta dopo che la famiglia o la persona avranno aderito a un progetto di lavoro proposto.

Un'ulteriore erogazione potrà essere concessa, in maniera straordinaria, solo dopo 6 mesi dalla prima. Il 10% della cifra assegnata alla forania sarà gestito, in autonomia, dal Centro di ascolto della Caritas foraniale per le emergenze. Questo fondo potrà essere incrementato da contributi della forania stessa e delle parrocchie.

Offerte

Possono essere versare nel conto corrente Banca della Marca credito cooperativo, agenzia san Giacomo di Veglia, IBAN IT41 V0708462190 CC0121321152; oppure conto corrente postale 19255313 intestato a Caritas diocesana Vittorio Veneto.

Franco Pozzebon

 

 

(da L'Azione del 6/5/2012)




 
 
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