Fondo di Solidarietà
 

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Fondo di solidarietà per domare la crisi

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pubblicato lunedì 9 maggio 2011



La solidarietà della nostra comunità, della nostra Diocesi a favore delle persone che hanno perso il lavoro si manifesta concretamente da oltre due anni. L'impegno del Consiglio di gestione nominato dal Vescovo e dei centri d'ascolto Caritas è stato molto significativo, costante e impegnativo.

Non si è svolta una mera azione di erogazione di contributi bensì un intervento valutativo della situazione sociale dei richiedenti aiuto, una relazione con i servizi sociali comunali e i diversi portatori d'interessi, ma soprattutto un accompagnamento delle persone in stato di necessità a utilizzare al meglio il denaro erogato per far fronte alle priorità familiari.

I volontari dei Centri d'ascolto hanno fatto un lavoro encomiabile, dimostrando ancora una volta come la solidarietà va promossa con amore, carità, competenza, concretezza.

I danari erogati sono stati ingenti, circa 400 mila euro. Le famiglie della nostra Diocesi che hanno beneficiato di contributo sono state oltre 350 di cui il 75% sono famiglie immigrate.

Sappiamo che il problema della perdita di lavoro da parte di molte persone non è finito, la situazione di crisi permane e quindi anche il disagio sociale sembra non venir meno. Si crede che la crisi debba essere affrontata altrimenti e non solo con soluzioni estemporanee e tampone pur di grande utilità sociale. Si ritiene quindi che la comunità debba svolgere una nuova riflessione su ciò che può e deve fare per superare il momento.

Il Consiglio di gestione ha incontrato a riguardo diverse amministrazioni comunali per evidenziare la necessità di realizzare un progetto in cui la comunità locale si prende carico del problema delle persone che hanno perso il lavoro. Lo stimolo offerto dalla Diocesi vuole essere quello di promuovere una comune riflessione sul problema "crisi" in cui tutte le parti sociali della comunità si interrogano e ricercano un diverso e innovativo percorso di solidarietà civile. In periodi di risorse scarse è necessario rivedere i nostri stili di vita, il nostro rapporto con la diversità culturale, con ciò che desideriamo e con ciò che ci possiamo permettere, su ciò che è importante nella vita dell'uomo.

Si è certi che le divisioni sociali nei momenti di difficoltà portano ad una rapida affermazione dell'avere sull'essere con le conseguenti paure che quel poco che c'è ci possa essere portato via. Ciò porta a dei pericolosi condizionamenti e a distinzioni che dividono gli uomini generando nuova e più profonda crisi culturale. Seguendo il percorso "mors tua vita mea" si rischia realmente l'aridità di pensiero e una deriva in cui l'uomo ricerca di sopraffare, di sopravvivere a scapito del prossimo.

È senz'altro possibile un cambiamento, gli incontri finora promossi con le amministrazioni comunali dimostrano ciò, dimostrano che gli uomini possono trovare nuove energie per promuovere la ricerca di strade finora poco esplorate: adozioni di vicinanza; corsi intercultuali per trovare ciò che unisce culture diverse.

Sta crescendo la ricerca di confronto per riflettere sul nostro problema della "crisi globale". Nessuno può sentirsi fuori da questo meccanismo umano.

Giovanni Sallemi




(da L'Azione, n. 21 dell'8/05/2011)




 
 
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