Fondo di Solidarietà
 

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Prestito della speranza

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pubblicato lunedì 25 maggio 2009



Il 31 maggio, domenica di Pentecoste, si tiene la Colletta nazionale promossa dalla Conferenza episcopale italiana per finanziare il Fondo di garanzia per le famiglie in difficoltà creato dalla stessa Cei. Quindi tutte le offerte raccolte quel giorno nelle chiese della Diocesi verranno destinate a tale scopo oltre che al Fondo di solidarietà diocesano.

Il Fondo è stato ribattezzato "prestito della speranza" e ha una natura diversa dal Fondo diocesano: la Cei, infatti, garantisce un prestito erogato dalle banche a favore di famiglie con tre figli (oppure segnate da situazioni di grave malattia o di disabilità) che sono in difficoltà a causa della perdita del lavoro dell'unico componente che lavorava. Il prestito e la relativa garanzia durano fino al reinserimento del componente della famiglia stessa nel mondo del lavoro (e comunque per non più di due anni).

Si può ritenere che il numero delle famiglie in queste situazioni si aggiri tra le venti e le trentamila. La scelta di concentrarsi sulla famiglia ha in sé un valore educativo e promozionale. Inoltre, essendo un ambito limitato, permette di ottimizzare le risorse disponibili, che sono comunque contenute.

Il Fondo viene istituito di concerto con l'Associazione bancaria italiana (Abi), che a sua volta ha proposto a tutte le banche di aderire all'iniziativa. Non eroga direttamente denaro, ma costituisce un capitale a garanzia degli interventi da parte degli istituti di credito aderenti. Si affianca, senza sostituirla, all'attività svolta abitualmente dalle Caritas diocesane e da analoghe iniziative promosse dalle Diocesi.

La modalità di intervento prevede che a ciascuna famiglia sarà erogato un contributo massimo di cinquecento euro mensili per un anno, per un totale di seimila euro. Il contributo potrà essere prorogato per un secondo anno e per lo stesso importo , se permangono le condizioni di necessità iniziali.

Le parrocchie indicano i possibili destinatari alla Caritas diocesana. A questo livello si svolge la prima parte dell'istruttoria, attestando l'effettiva presenza dei requisiti secondo i criteri definiti a livello nazionale, e viene indicata la banca a cui rivolgersi. La banca avvia in tempi molto brevi l'iter per concedere il prestito, che sarà erogato mensilmente.

Se viene meno lo stato di necessità, l'erogazione viene sospesa. La restituzione del prestito alla banca inizierà nel momento in cui la famiglia disporrà nuovamente di un reddito certo, e comunque non prima di uno o due anni, e avrà la durata massima di cinque anni. Il tasso di interesse è commisurato al 50 per cento del livello medio attuale, equivalente a un Taeg del 4,5%.

Il Fondo sarà operativo a partire dal 1º settembre 2009. Per essere efficace e rispondere in maniera adeguata ai suoi obiettivi, il Fondo richiede un investimento di trenta milioni di euro, che saranno reperiti mediante la Colletta nazionale.

Al momento della chiusura del Fondo, la massa residua sarà assegnata alle Caritas diocesane per interventi a sostegno di famiglie in difficoltà.

Il Fondo si affianca al lavoro che la Caritas svolge da sempre in assistenza a un numero molto elevato di famiglie in difficoltà, con i pacchi spesa, il pagamento delle bollette, l'assistenza alla salute... Ci sono poi i diversi fondi che le Diocesi, autonomamente, hanno stanziato, e a cui il Fondo della Cei non intende sovrapporsi, ma al contrario operare in sinergia.




(da L'Azione, n. 24 del 24/05/2009)




 
 
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