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pubblicato mercoledì 31 gennaio 2007



"Amore, un termine oggi inquinato"

Abbiamo inquinato il concetto di "amore" con mille sozzerie e le conseguenze le pagano i ragazzi, gli adolescenti. Che nella loro testolina - già in subbuglio per l'esplosione ormonale, per il desiderio di autonomia, per l'insopprimibile voglia di contestazione... - si costruiscono idee molto distorte sul rapporto d'amore.

È possibile aiutare i ragazzi a dare a questo sentimento il giusto significato? È quello che provano a fare i coniugi Attilio Danese e Giulia Paola de Nicola nel loro duplice intervento di questa domenica al convegno di pastorale familiare che si tiene in Seminario vescovile (vedi il programma a lato). I loro contributi rappresentano il cuore della due giorni. I Danese sono docenti di Sociologia della Famiglia all'Università di Chieti e membri della Consulta nazionale per la pastorale familiare della Conferenza episcopale italiana.

I loro interventi al convegno saranno a due voci, in una sorta di ping pong. Anche al telefono ci rispondono "a due voci".

Cosa si intende oggi per amore? Giulia Paola: "Amore ha una vasta gamma di significati. Non c'è un'unica codificazione: il ragazzo che violenta la ragazza dice che ama; madre Teresa amava i poveri; il Papa ha fatto un'enciclica sull'amore; il ragazzino dice "ho fatto l'amore" ma non vuole saperne di rivedere la ragazza... C'è quindi una necessità di discernimento attorno al significato che io do all'amore.

Attilio: "Una comunità cristiana dovrebbe aiutare i giovani a capire cos'è l'amore. Si organizzano corsetti di 6-7 lezioni in preparazione al matrimonio, ma dal dopo cresima a lì non c'è nulla. In realtà è quello il periodo in cui i giovani hanno bisogno di accompagnamento nel discernimento.

Dobbiamo rieducarci, noi genitori insieme ai figli, a recuperare parole ormai in disuso in questo campo. Ad esempio amore e distanza, amore e pudore, amore e rispetto, amore e gratitudine (che poi è l'"onora il padre e la madre"), amore e tenerezza (nel senso, fa agli altri ciò che vorresti sia fatto a te)".

Amore: parola e concetto inquinati. Giulia Paola: "Girano modi di dire sull'amore - "All'amore non si resiste" oppure "Va dove ti porta il cuore" - che sono nati come slogan ma in realtà esprimono un sentire e in fondo educano. Il linguaggio di oggi è ridotto all'essenziale solo per motivi pratici, tipo la brevità degli sms, oppure è conseguenza di una riduzione della portata del termine?".

Attilio: "Un'altra frase frequente è: "L'amore è non dire mai mi spiace". Invece l'amore vuol dire chiedersi scusa anche mille volte al giorno perché ciascuno di noi sa di essere inadeguato rispetto all'amore che vorrebbe dare e di cui vorrebbe essere ricoperto". E ancora: quando diciamo "fare l'amore" riduciamo tutto a un fatto tecnico. Usiamo un'espressione linguistica e poi si finisce col pensare che l'educazione all'amore in una scuola consista nell'invitare una pornostar per spiegare come si fa l'amore!".

La confusione provoca fragilità. Giulia Paola: "La fragilità dei rapporti è legata agli slittamenti della cultura sull'amore, slittamenti che creano confusione, fanno perdere la bussola. L'amore non è solo un gioco, un mordi-e-fuggi, un "fare all'amore", come sostengono gli slogan. È un percorso che si fa insieme, in vista di una reciproca donazione".

È scomparso il fidanzamento. Giulia Paola: "Oggi si parla di amico, ragazzo, "stare insieme". Questo è frutto della paura verso il progetto. Il fidanzamento implica un progetto di vita, seppure temporaneo e di prova, sta a dire: "Noi ci vogliamo bene e vogliamo fare insieme un certo itinerario". Invece i giovani hanno recepito una mentalità mordi-e-fuggi, toccata e fuga. Il progetto responsabilizza troppo, è impegno.

Attilio: "Nella radice etimologica di fidanzamento c'è fides, fiducia, una sorta di patto, anche se temporaneo. Non solo è scomparso il fidanzamento dal linguaggio ma spesso anche gli sposi si dicono "sì" con il retropensiero "fino a che andremo bene"".

Ma l'orizzonte non è tutto cupo.Attilio: "C'è un'inchiesta che rivela che solo il 17% dei giovani identifica l'amore con il sesso. Quindi i giovani hanno dentro l'anima ancora un sogno "pulito". Forse è la mentalità mass-mediale che li conduce ad apparire diversi".

Giulia Paola: "Un'altra inchiesta, di carattere europeo, dice che molti giovani identificano l'amore con il sogno di formare una bella famiglia".

Federico Citron




(da L'Azione, n. 2 del 14/01/2007)






 
 
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